Dato l’interesse per le tecnologie low-tech in generale e per l’architettura in terra, vista come lo strumento ideale per lo sviluppo di progetti di che capacitino ed emancipino le comunità e permetta la loro realizzazione anche in assenza di finanziamenti, da molto tempo ammiravamo il sistema di costruzione “superadobe”.
Così all’inizio del 2012 mi trasferí al “CalEarth Institute” in California, centro dove Nader Khalili sviluppó questa tecnologia, per seguire il loro “programma di formazione a lungo termine ” portandolo a termine in modo soddisfacente.
Questo programma è diretto e focalizzato sulla formazione di tecnici e personale docente specializzati sul superadobe e ho avuto l’opportunità, fin dalle prime settimane di accompagnare il direttore dell’istituto Ian Lodge prima e l’insegnante Marcos Cervantes poi, nei diversi taller che si stavano impartendo in Spagna.
Ho partecipato cosí ai workshop del marzo 2012 a Maiorca e Barcellona con il primo e a quelli di Bilbao e Madrid con il secondo nel maggio dello stesso anno.
A partire della fine del programma formativo e fino al giugno 2013 Ctrl+Z ha sviluppato per “CalEarth-Spagna” l’insegnamento dei corsi in questo paese zrrivando a realizzare a fare un totale di 10 workshop in collaborazione con loro, realizzando interamente workshops teorico/pratici sempre accompagnati dalla costruzione di cupule-prototipo.
In parallelo a questo da Ctrl+Z viene realizzato in modo indipendente e costante l’attività di sostegno e consulenza ai progetti che gli studenti una volta terminato il corso svolgano, organizzando alcuni giorni lavorativi e di incontro con diversi alunni per contribuire al progetto di costruzione uno di loro.
Queste occasioni si sfruttatano per consolidare ed espandere la formazione ricevuta durante il corso ed ampliare la pratica e l’esperienza sulla tecnica.
Dal giugno 2013 le strade di CalEarth Spagna e Ctrl+Z si sono separate e siamo tornati a lavorare direttamente con l’Istituto Centrale CalEarth di Californa. Questa nuova linea di collaborazione si è concretizzata con la realizzazione di un workshop di 10 giorni in Marocco, nel quale il programma di base dei workshop impartiti in Spagna è stato esteso alla costruzione completa e finitire di una cupola di 3 metri e l’integrazione di diverse tecnologie verdi.
Durante il 2014 saranno organizzate diverse attività che verranno annunciate una volta definito il loro calendario. Se siete interessati a organizzare una attività di superadobe in Europa o Sudamerica potete contattarci a: info@control-zeta.org
Le attività possono essere sviluppate indifferentemente in Italiano, Inglese o Spagnolo.
Per coloro chi non la conosca il “Superadobe” è una tecnica costruttiva ecologica progettata dall’architetto Nader Khalili, che ha fondato Cal Earth basandosi su tre principi :
( 1) La casa è un diritto umano fondamentale ( 2) Ogni essere umano dovrebbe essere in grado di costruire una casa per sé, e ( 3) il modo migliore di fornire rifugio ed affrontare l’esponenziale aumento della popolazione umana è attraverso la costruzione di con terra.
Il superadobe (sacchi di sabbia e filo spinato) è un lungo adobe. Si tratta di un semplice adobe , un generatore lineare, immediato e flessibile. Materiali bellici utilizzati per scopi pacifici, integrando architettura di terra tradizionale con le esigenze contemporanee di sicurezza in tutto il mondo.
Sacchi riempitidi terra stabilizzata, o no, del luogo, si sovrappongono alternati con il filo spinato, per dare consistenza alle strutture, normalmente a forma di cupola, volta, archi e absidi, per creare resistenza a terremoti, uragani, inondazioni, incendi, …., una tecnica semplice e facile in cui tutta la famiglia può partecipare alla auto-costruzione della sua casa.
Ctrl+Z per la sua dedizione verso modelli che promuovono l’ autocostruzione e l’emancipazione delle comunità, non costruire case di superadobe per gli altri, anche se può partecipare al processo di costruzione di progetti di interesse sociale o in modo molto puntuale in edifici privati. L’autocostruzione è, infatti, concepita come uno strumento di emancipazione dalla necessità di ottenere un mutuo e il superdobe come una possibilità per la sua attuazione.